giovedì 7 settembre 2017

Ultime notizie: la zanzara Anofele è autoctona. Oppure scappa dalla guerra. O forse è stata pagata da Big Pharma?


Ricapitolando: nel Belpaese, nel 2017, ci sono casi di malaria, ma per saperlo abbiamo dovuto aspettare una vittima. Altrimenti, tutti zitti, tuttapposto come si dice oggi. Eppure nello stesso identico ospedale in cui la vittima era ricoverata c'erano altri malati di malaria.
Del Burkina Faso, non di Merano.
E il Trentino - Sudtirol è un'area in cui - si dice, ma oggi tutto è da mettere in dubbio se vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole - la zanzara anofele, il vettore della malattia, non vive e non prolifera tra le specie animali autoctone.
Poi scoppia il caso letale ma, come sempre quando l'opinione pubblica si pone domande legittime e doverose in merito alle provenienze di malattie qui scomparse dai tempi delle bonifiche e sulla profilassi (non) seguita per evitarle, ecco il solito scomposto stracciarsi di vesti e l'agitarsi delle code di paglia d'ordinanza.
Scienziati, giornalisti, preti, imbonitori politici e il complesso della propaganda mainstream si sono affrettati con i consueti tromboni e trombette a dichiarare che "gli immigrati non c'entrano". Anzi, di più: "Ma profughi e immigrati non c'entrano niente", come ha dichiarato tondo e netto in un titolo del "TrentinoCorriereAlpi.gelocal,it" l'assessore alla sanità della provincia di Trento, Luca Zeni. Salvo poi inciampare nelle proprie contraddizioni: "Noi abbiamo 8 o 10 casi all'anno di malaria di importazione. Si tratta sia di stranieri che vanno nei paesi di origine che di italiani che vanno per vacanza o per lavoro. Quindi dovremmo vietare tutti i viaggi all'estero, ma sarebbe una cosa assurda. Il tema immigrazione non c'entra. Purtroppo la malaria si può contrarre. La peculiarità del caso è che è stata contagiata una persona che non è stata all'estero".
Dalla verità politica e propagandistica ufficiale si può quindi desumere che:
1) La anofele con relativa malattia allegata, in realtà, è specie autoctona del Trentino - Sudtirol.
2) Nel caso in cui questo non sia, allora la zanzara scappava dalla guerra. Come è noto, le zanzare migrano, fuggono dalla miseria e non le si può fermare.
3) Nel caso in cui invece si fosse per caso intrufolata in una valigia di un viaggiatore di ritorno dalle zone malariche, la valigia era sicuramente quella di un europeo e non quella di "un migrante o un profugo" (che non c'entrano nulla), e non l'ha fatto perché zanzara clandestina ma perché voleva andare in Europa a vendicare giustamente tutti i torti compiuti dall'Occidente verso il Terzo Mondo.
Se poi anche si fosse nascosta in un bagaglio dei "migranti", che c'entra? Si sapesse quante si nascondono nei bagagli degli occidentali, c'è posto per tutti e le zanzare sono comunque creature viventi che hanno tutti i diritti degli altri di essere accolte. Basta con questo specismo antropocentrico.
C'è poi - visto che è stato fatto notare che fra poco sarà disponibile un vaccino contro la malaria  (evviva ma non troppo, c'è chi ritiene la malaria un giusto castigo contro l'empietà della specie umana), una quarta possibilità:
4) La zanzara è stata pagata lautamente da Big Pharma perché creasse artificialmente la necessità di evitare i contagi e regalasse alle case farmaceutiche la possibilità di lucrare su un nuovo prodotto.
Do infine per scontata la quinta possibilità, ovvero
5) Le zanzare portatrici della malaria sono diffuse attraverso le scie chimiche.
Di certo, quest'ultima, è molto più credibile di tutte le altre verità ufficiali.

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Mi chiamo Gioann March Pòlli (Giovanni Marco Polli all'anagrafe italiana). Sono giornalista professionista e per quasi diciotto anni mi sono occupato di politica, culture e identità per il quotidiano la Padania. Credo nella libertà assoluta di pensiero e odio visceralmente le catene odiose del "politicamente corretto". E non mi piacciono, in un libero confronto di idee, barriere ideologiche, geografiche o mentali. Scrivetemi a camera.nord@libero.it