giovedì 21 settembre 2017

Solo un popolo di schiavi analfabeti di ritorno può tollerare corna e mazzate continue senza nemmeno fiatare



Più un popolo è disposto ad abboccare alla propaganda, più la propaganda può essere buttata lì senza particolari studi ne riflessioni. Basta spararla grossa, e i pesci grossi dotati di cervello fino abboccano subito.
Nel Belpaese, a luglio 2017, il tasso di disoccupazione era dell'11,3 per cento. La disoccupazione giovanile è sempre, punto più punto meno, dell'ordine del 40 per cento. In certe aree dello stesso Belpaese veleggia intorno al 60/70 per cento.
E allora il principale organo di stampa filogovernativo del medesimo Belpaese che cosa pensa di fare? Di dare il titolo sulla presunta ripresa dell'eurozona mettendo in luce "l'ampio contributo" dell'immigrazione alla forza lavoro.
E i milioni di disoccupati non immigrati che questo contributo vorrebbero poterlo dare ma non possono? Che cosa dovrebbero pensare, loro, di un titolo di questo genere? Devono convincersi di essere dei fannulloni fancazzisti? Oppure rendersi conto di essere regolarmente, quotidianamente, più volte al giorno, presi per il naso da un regime politico/propagandistico la cui protervia appare sempre più sconfinata?
L'immigrazionismo ideologico e dottrinario non lascia scampo. Ed è gravissimo che ormai un titolo di tal fatta - associato a tutti quelli che predicano come "gli immigrati ci pagano le pensioni", e un'idiozia di questo livello è davvero impareggiabile, soprattutto perché arriva anche da chi presiede l'istituto previdenziale più importante - resti lì, impunito e tronfio nelle sue virgolette. Senza  provocare sommovimenti, insurrezioni, oppure anche non moti di piazza ma almeno di disgusto e di ribrezzo.
Nulla da fare. La schiavitù mentale e l'analfabetismo funzionale indotto hanno sterilizzato in via definitiva e irreversibile la pur minima capacità di indignazione e di ribellione.
Beviamo veleno e respiriamo gas venefici H24 ma non succede nulla.
Al limite gli indottrinati ringraziano, perché per loro sono acqua di fonte e aria di montagna.

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Mi chiamo Gioann March Pòlli (Giovanni Marco Polli all'anagrafe italiana). Sono giornalista professionista e per quasi diciotto anni mi sono occupato di politica, culture e identità per il quotidiano la Padania. Credo nella libertà assoluta di pensiero e odio visceralmente le catene odiose del "politicamente corretto". E non mi piacciono, in un libero confronto di idee, barriere ideologiche, geografiche o mentali. Scrivetemi a camera.nord@libero.it