lunedì 18 settembre 2017

"Turista tedesca violentata a Roma". Dai salotti e dalle piazze una sola domanda: "Lui era autoctono o straniero?"



Nei salotti e nell'oligarchia al potere, persone chic e uomini di regime sperano tutti. in silenzio, che si tratti di un autoctono, meglio ancora, magari, un altro carabiniere. Tra il "popolo populista", al contrario, non si vede l'ora di sapere che sia stato un altro straniero, così da rinforzare e sottolineare quel che già appare piuttosto chiaro, ovvero l'idiozia di aggiungere criminali di importazione a quelli nativi.
L'autore è autoctono o straniero? Questa la vera domanda che serpeggia, inespressa dai media, sull'ultimo caso di stupro, quello della turista tedesca trovata a Roma da un taxista di passaggio, nuda e legata, a Villa Borghese.
Diciamolo chiaro e tondo: gli imbarazzi delle veline e dei titolisti ("parlava italiano") e degli estensori delle cronache dell'ultima violenza di una lunga serie della quale le stesse cronache hanno deciso di occuparsi sono tutti lì, sospesi tra la paura della nuova "ventata populista" o della "ventata pro-immigrazionista" che si leverebbe nell'uno o nell'altro caso.
Qualunque sia poi la risposta, quando arriverà, sarà ormai a questo punto del tutto ininfluente. Perché questo è il dibattito oggi, in un Paese sempre più decomposto, moralmente stremato, annegato nelle proprie insanabili contraddizioni e privo di qualsiasi prospettiva politica, culturale, economica, ma soprattutto morale. Guelfi e ghibellini, fascisti e antifascisti, pro vax e no vax, sovranisti ed europeisti, populisti e banchieristi, immigrazionisti e primaglitalianisti. Stop.

Non c'è altro da aggiungere, se non un pensiero alla vittima. Uno solo. 
Almeno quello della Camera a Nord va a lei e solo a lei.
A tutti gli altri "apoti" (per dirla con Prezzolini) un unico consiglio: alzatevi e scappate, se ci riuscite. Fatelo. Il più lontano possibile da questo bordello sempre più infimo chiamato italia con tutte le sue comparse di rango adeguato.
Il nulla ci ha ormai raggiunti, qui non ci può più essere salvezza. Fuggite, sciocchi.

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Mi chiamo Gioann March Pòlli (Giovanni Marco Polli all'anagrafe italiana). Sono giornalista professionista e per quasi diciotto anni mi sono occupato di politica, culture e identità per il quotidiano la Padania. Credo nella libertà assoluta di pensiero e odio visceralmente le catene odiose del "politicamente corretto". E non mi piacciono, in un libero confronto di idee, barriere ideologiche, geografiche o mentali. Scrivetemi a camera.nord@libero.it