martedì 28 febbraio 2012

Chi tocca i fili muore.

Per un'idea, giusta o sbagliata che sia, si può fare tutto. Ci si può vestire di rosso, di nero, di bianco, di verde o di arcobaleno. Oppure ci si può spogliare. Si può partire per il mondo o ci si può rinchiudere in una torre o in una cella. Si può parlare allo Speaker's corner o imbavagliarsi in tv. Si può scalare una montagna con corde e attrezzi lucenti oppure un campanile con un fucile arrugginito che non può sparare. Si può manifestare in pace o scendere sul piede di guerra. Si può uccidere o ci si  può far uccidere. Si può andare in montagna o sul Lago di Garda, comporre una poesia oppure un canto rivoluzionario, scrivere un romanzo oppure balbettare parole sulle pareti del cesso della stazione. Si può pregare oppure bestemmiare, mangiare a sproposito oppure digiunare, bere solo acqua di fonte oppure le proprie urine. Si può scegliere di gettarsi sotto il treno o saltare sulle stelle, si può vivere o morire. L'importante, per un'idea, giusta o sbagliata che sia, è che qualunque cosa scelga, un uomo sia sempre responsabile e cosciente di quello che fa. "Chi tocca i fili muore", c'è scritto sui tralicci e nella consapevolezza dei senzienti che sanno che il fuoco brucia così come sanno che l'acqua annega. Si può scegliere di salirci oppure no. Ma se si sale, si affronta il rischio e quello ti stronca, nessuno poi dica che la colpa è di qualcun altro. Ne uscirebbero a pezzi, inceneriti, sia l'uomo che la sua idea. Giusta o sbagliata che sia.

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Mi chiamo Gioann March Pòlli (Giovanni Marco Polli all'anagrafe italiana). Sono giornalista professionista e per quasi diciotto anni mi sono occupato di politica, culture e identità per il quotidiano la Padania. Credo nella libertà assoluta di pensiero e odio visceralmente le catene odiose del "politicamente corretto". E non mi piacciono, in un libero confronto di idee, barriere ideologiche, geografiche o mentali. Scrivetemi a camera.nord@libero.it