lunedì 8 giugno 2015

Elezioni turche: quando le minoranze si uniscono possono davvero fare la differenza

C'erano una volta i "turchi della Montagna", ché la stessa parola "curdi" in Turchia era vietata e il potere imponeva, per nominarli, di ricorrere alla metafora. Un popolo fuorilegge, proprio come la loro lingua. Dire "curdi" era come dire "terroristi" ed evocare subito il Pkk e quel suo leader politico e militare, Abdullah Ocalan, che non a caso, grazie agli italiani brava gente, langue tuttora da 13 anni in una galera di Ankara.
Oggi, dopo le ultime elezioni turche, per quel popolo islamico ma sostanzialmente laico, colorato e allegro malgrado le sue immani tragedie secolari, e quindi anche guerriero come sta dimostrando contro l'Isis in Siria, non soltanto ha ricominciato ad esistere, ma è entrato di diritto nel parlamento turco. Con 13 suoi rappresentanti, e con grande scorno del presidente sedicente "islamico moderato" Erdogan.
Può darsi che la stessa geopolitica che ha sempre messo il veto all'ipotesi di costruzione di uno Stato per il popolo curdo, che pure ne avrebbe avuto diritto in base al trattato di Sèvres del 1920, ora abbia fatto il suo giro. Quel popolo, per gli strani destini della Storia, oggi può far comodo.
E può darsi che siano stati proprio certi "alleati occidentali" a favorire e sostenere l'ascesa di un partito, l'HDP, che ha comunque un nome ed un programma che suona molto simpatico e rivoluzionario a tutte le latitudini e longitudini: "Partito democratico dei popoli".
In ogni caso, questo partito curdo, guidato dal giovane Selahattin Demirtas - bomba o non bomba, vista la sanguinosa esplosione che ha fatto quattro vittime al comizio finale a Dyarbakir, capitale non dichiarata del Kurdistan "turco" - è così entrato in forze in parlamento. "Una vittoria degli oppressi e di tutte le minoranze etniche", ha detto giustamente Demirtas.
Ma è anche una vittoria della speranza laica contro un islam tanto "moderato" da far dire a Erdogan che "è meglio se le donne non ridono in pubblico" e da spingerlo a costringere sua moglie a circolare velata.
Va osservato infatti che l'Hdp, insieme ai curdi e ad altre minoranze tra cui quelle cristiane, rappresenta anche i diritti civili richiesti dalle comunità LGBT in una campagna elettorale in cui Erdogan non ha disdegnato i consueti attacchi omofobi. Come al solito, passati in Occidente quasi sotto silenzio.
Quando le minoranze si uniscono possono davvero inceppare le ruote del potere, o almeno mutarne in parte la direzione.
Una lezione che, dalle nostre parti, non viene mai né capita né, tantomeno, messa in pratica.

Ascolto musicale consigliato:
https://www.youtube.com/watch?v=kdPZ-U_3t0A

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Mi chiamo Gioann March Pòlli (Giovanni Marco Polli all'anagrafe italiana). Sono giornalista professionista e per quasi diciotto anni mi sono occupato di politica, culture e identità per il quotidiano la Padania. Credo nella libertà assoluta di pensiero e odio visceralmente le catene odiose del "politicamente corretto". E non mi piacciono, in un libero confronto di idee, barriere ideologiche, geografiche o mentali. Scrivetemi a camera.nord@libero.it